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È iniziato tutto così: “Blanche, secondo me”. Oppure: “Blanche va in scena”.

  • Immagine del redattore: Rossella Pretto
    Rossella Pretto
  • 10 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 7 lug

Titoli di file che si sono accumulati, riscritture continue e varie, adattamenti per il teatro, soggetti cinematografici e infine il romanzo, tratti dal dramma che - come spesso mi succede – mi stava dando il tormento: quella storia voleva essere nuovamente raccontata e trovava ogni pretesto per parlarmi di sé, mostrarmi diverse articolazioni, le sue possibili variazioni.


La pièce in questione è Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams, il drammaturgo americano a cui anche il cinema ha attinto a piene mani (e a cui lui si è dedicato come sceneggiatore). Dal copione è stato tratto il film con Marlon Brando e Vivien Leigh in cui Brando suda in quell’impossibile T-shirt bianca e si sgola a chiamare la sua Stella. Ricordate? Ma di film cene sono parecchi, come La gatta sul tetto che scotta, con l’algido Paul Newman ed Elizabeth Taylor attraversata da una fregola senza posa. E Improvvisamente l’estate scorsa in cui domina di nuovo la Taylor (ma questa volta nel ruolo di chi va incontro alla lobotomia perché ha visto troppo e di quella cosa innominabile conserva una memoria che deve essere abrasa), e la svettante, terribile Katharine Hepburn affiancata da Montgomery Clift, gli occhi magnetici, lo sguardo indagante e pietoso. E poi Lo zoo di vetro, La notte dell’iguana di John Huston, La scogliera dei desideri, Baby Doll, La dolce ala della giovinezza, Pelle di serpente di Sidney Lumet, La rosa tatuata per la quale Anna Magnani ricevette l’Oscar come miglior attrice protagonista, e magari racconterò anche questo (solo la Loren ebbe tale onore, tra le attrici, mentre Roberto Benigni lo conquistò con La vita è bella). Insomma, parlare di Tennessee Williams vuol dire anche fare una carrellata di film della migliore tradizione cinematografica.


Dicevo, sono partita dal personaggio di Blanche per scrivere, cucirle addosso una storia somigliante, rivelare qualche dettaglio in ombra e ritrovarla nella difformità. Altri destini, altre traiettorie per ritracciare la similitudine nella differenza. Ogni storia si aggancia a un particolare per farsi trascinare nel vortice del racconto, per ripetersi. E la ripetizione fa parte delle mie ossessioni per le vicende che si accasano nella pelle altrui.

Il romanzo cova da più ben più di dieci anni.

È il suo momento di darsi pace e scriversi? Forse.

Qui cercherò dunque di ricucire i lembi di quella storia assieme a quelli di altri personaggi, altri destini che sono venuti a bussare alle porte della mia pagina bianca.

 
 
 

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